Brema: una coppia deve restituire 33.000 euro in soldi pubblici a causa del soggiorno all'estero!

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Una coppia di Brema deve restituire 33.000 euro in soldi pubblici perché ha vissuto per anni all'estero senza informare il centro per l'impiego.

Ein Bremer Paar muss 33.000 Euro Bürgergeld zurückzahlen, da es jahrelang im Ausland lebte, ohne das Jobcenter zu informieren.
Una coppia di Brema deve restituire 33.000 euro in soldi pubblici perché ha vissuto per anni all'estero senza informare il centro per l'impiego.

Brema: una coppia deve restituire 33.000 euro in soldi pubblici a causa del soggiorno all'estero!

Attualmente fa scalpore un caso scandaloso avvenuto a Brema: una coppia nigeriana deve restituire quasi 33.000 euro in soldi di cittadini. Il motivo di questo rimborso? La coppia è rimasta per anni all'estero senza informare il centro per l'impiego competente. Come riporta merkur.de, il tribunale sociale statale della Bassa Sassonia-Brema ha deciso che i due avevano perso completamente il diritto al sostegno finanziario.

Dal 2014 i coniugi ricevono le prestazioni secondo la SGB II, hanno iniziato con la Hartz IV e successivamente sono passati alla prestazione di cittadinanza. Ma a quanto pare la coppia non viveva a Brema, come affermavano. Dalle indagini è emerso che probabilmente hanno vissuto permanentemente in Nigeria dal 2016 al 2018. Prove di manipolazione, appartamenti non occupati e dichiarazioni contraddittorie hanno infine fatto sospettare che la coppia continuasse a ingannare il centro per l’impiego. Anche un incidente di controllo passaporti all’aeroporto di Brema nel 2018 ha portato alla luce discrepanze che hanno fatto riflettere le autorità.

Indagini e contraddizioni

I giudici non hanno creduto all'obiezione della coppia secondo cui si erano allontanati solo per poco tempo. Le prove di un possibile inganno erano schiaccianti: oltre all'appartamento non occupato c'erano anche irregolarità come la registrazione dell'uomo presso una compagnia di trasporti nigeriana e l'ammissione della donna come avvocato in Nigeria. Anche i figli della coppia hanno frequentato la scuola a Lagos. Tutti questi fatti hanno portato il centro per l'impiego a revocare gli avvisi di approvazione e a chiedere il rimborso, mentre la coppia ha fallito nella loro opposizione giuridicamente vincolante e nella causa presso il Tribunale sociale di Brema.

Ciò che è particolarmente interessante è che la Corte ha ritenuto che in questo caso l’onere della prova fosse invertito. Normalmente il centro per l'impiego dovrebbe dimostrare l'assenza del beneficiario dell'indennità di cittadinanza. In questo caso, però, i giudici sono riusciti a dimostrare che la coppia aveva ingannato “con insistenza”. Ciò porta ad un avvertimento per tutti coloro che ricevono prestazioni simili: è assolutamente necessario chiarire in anticipo tutti i soggiorni all'estero con il centro per l'impiego, come [gegen-hartz.de](https://www.gegen-hartz.de](https://www.gegen-hartz.de/judgments/kein-brgergeld-nach-halt-im-ausland-33000-euro-mussen-jetzt-zurckgezahlt- Werden) riferisce.

Prospettive per casi futuri

La sentenza avrà probabilmente conseguenze di vasta portata anche per i casi futuri. I beneficiari dell'indennità di cittadinanza sono normalmente autorizzati a soggiornare all'estero per un massimo di tre settimane all'anno senza perdere il diritto. Chi si assenta per un periodo più lungo o non ottiene l'approvazione del centro per l'impiego deve aspettarsi conseguenze simili. Si potrebbe pensare che la maggior parte delle persone impari da tali esperienze, ma come afferma giustamente buergergeld.org, rimane il problema dei requisiti di prova. Un esempio esemplificativo è il caso di una famiglia berlinese che ha dovuto restituire 22.600 euro a causa di un pellegrinaggio alla Mecca.

Nel complesso, questo caso dimostra in modo drammatico quanto siano importanti la trasparenza e l’onestà quando si ricevono prestazioni sociali. Non lasciarti scoraggiare da queste esperienze: chiarisci sempre in anticipo i tuoi soggiorni e assicurati che tutto sia corretto!

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